Come l'anno scorso, il progetto è vivisezionato in due anime complementari:
“Waypoints”, compilation di brani selezionati dai nostri redattori, scaricabile gratuitamente sul Bandcamp della webzine all'indirizzo
molamola-webzine.bandcamp.com o direttamente dal nostro sito, in collaborazione con Zype;
“Lighthouses”, antologia di fotografie e racconti ispirati alle canzoni scelte, reperibile sul nostro sito, sfogliabile su Issuu e compresa all'interno della cartella musicale in Free Download su Bandcamp.
Così la voce intesa e delicatissima di Amanda Rogers, cantautrice statunitense, mi ha sussurrato all'orecchio la storia di una fuggitiva, e lo sguardo di Ludovica Galeazzi ha catturato di tale corsa selvaggia.
Le atmosfere dilatate degli Hartal! hanno suggestionato Valeria Pierini che racconta, con immagini e parole, la storia di una donna atipica (o forse no?) che vive in macchina, “pericolosa perché fuori tempo”. La sua fotografia è una sorta di proiezione ortogonale dell'anima, che reinterpreta un famoso scatto di Berengo Gardin, vivisezionandone le angolazioni secondo il proprio punto di vista. A Valeria vanno i miei ringraziamenti nonché la promessa di ettolitri di birra per l'immenso lavoro che ha svolto con serietà e professionalità non solo nella realizzazione del suo capitolo, ma anche nell'editing e l'impaginazione di questo ebook.
Angela Giorgi, conosciuta in redazione come Angie BackToMono, ha pescato dall'ampolla delle proprie emozioni una canzone dei Dead Cat in a Bag e ha chiesto al suo autore, Luca Andriolo, di illustrare con uno scatto il racconto scritto da lei, meraviglioso: anche questa la storia di una migrazione o forse di uno stato privo di quiete. Sono fiere le sue parole. Ma in senso letterale, bestie bellissime che si dimenano sul foglio.
Spartiacque tra i racconti dedicati alla fuga e quelli dedicati all'approdo nei sogni, Danilo Di Feliciantonio affida la sua fotografia, rigorosamente in bianco e nero, ad una novella e a una canzone di Antonello Recanatini, immaginifica e mai austera malinconia affidata alle capacità della propria voce e alla propria chitarra.
Marco Matti, assorto nella luminosa visione scattata da Giusy Beddia, affascina i lettori con un noir romantico-ipnotico-erotico che ben si intona alle distorsioni pantagrueliche di un pezzo affascinante come “È difficile” dei suoi Allan Glass.
Infine, se io fossi un capo dispotico (ma più in generale, se io fossi un capo) avrei attribuito allo scatto e al racconto di Riccardo Ricci una qualche canzone del nuovo album di Le luci Della Centrale Elettrica: lo stile è affine a quelle strambe e ottimistiche luminescenze con cui Brondi colora i sentimenti nella tarda età dell'industria. Ma Riccardo sceglie, con mia somma approvazione, i Be Forest e i loro stralunatissimi sogni.
Sono ancora, indifferentemente, i moti dell'anima e le condizioni climatiche ad animare la storia e l'immagine di Eugenio Bucci, in cui l'aurora influisce sui paesaggi interiori con la stessa potenza della canzone dei suoi irriverenti, acidi e spassosi Rusty Blues Propellers.
Poi, dall'aria aperta, si passa ad una stanza chiusa. I dolcissimi indugi romantici di Nadia Vecchio, accompagnati dalla foto leggera e leggiarda della frizzante Chiara Giudici, dondolano tra le note delle canzoni de La biblioteca Deserta: è il math rock a cullare la deliziosa forza delle parole della nostra promettente scrittrice.